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Tempi Diversi

Ritratto di Lady Pasticella
Inviato da Lady Pasticella il Mar, 28/01/2025 - 11:52
tempi diversi

Da poco è finito l’anno… si è chiuso con consuntivi, si è aperto con preventivi… insomma solita deprimente chiusura di bilanci esistenziali…
Che rottura avere a che fare con il tempo che passa, soprattutto quando vedi avvicinarsi il momento in cui lo scorrere del tempo non sarà più un problema che ti riguarda.

Nel formulare questo pensiero di eternità, una vena mi pulsa forte… la sento soprattutto sulla fronte… la riconosco… è quella filosofica, la più greve, quella che necessita di produrre riflessioni sull’argomento che l’ha alimentata, altrimenti scoppierà. Diamo spazio quindi, a questa incontinenza filosofica, approfondendo qualche pensiero sul tempo.

Nel corso di una chiacchierata, nata frivola ma evoluta in una disquisizione pregna di input fisico-metafisici, un'amica ingegnere mi ha lanciata nel concetto spazio-tempo. Senza alcun equipaggiamento per affrontare un lancio nell’infinito buio dell’universo, che so, una rudimentale tuta da astronauta, mi sono ritrovata a muovermi in un quesito che, onestamente, la mia mente non era neanche in grado di concepire: la traiettoria del tempo è lineare o curva?

Confessiamocelo, la maggiorparte di noi inquilini del mondo con dotazione intellettiva basica, percepiamo il tempo come un perpetuo e fastidioso ticchettio che ci ricorda, in maniera subliminale, che dobbiamo morire.
Questa, per tradurla in termini pseudo-scientifici, è la visione lineare del tempo: si parte dal punto A e si arriva, dopo un susseguirsi di eventi- nel punto B. Il tempo però, è nemico più complicato di una linea retta, impone una visione a 360 gradi per potersi difendere su più fronti e per essere pronti ad accogliere l’angoscia emotiva per le tutte le implicazioni fisico-metafisiche che una prospettiva così ampia può comportare.

La mia amica mi introduce in questa complessità parlando appassionata di curve, di dilatazione temporale, di gravità, di velocità della luce, di accelerazioni e rallentamenti dell’invecchiamento, di dimensioni altre. Pur non essendo sicura di aver compreso a pieno i principi fisici di quanto ascoltato, ero abbastanza sicura di aver “acchiappato” un paio di cose che la mia dotazione intellettiva basica mi ha restituito in forma di implicazioni personali. La prima è che nello spazio, per la traiettoria curva del tempo e per la sua dilatazione, potremmo rimanere giovani più a lungo perché anche la vita si dilaterebbe.

Sti caxxi! Che mi serve essere giovane e vivere più a lungo nello spazio? E’ come dire che sulla luna peso di meno. Non mi ci vedo a fluttuare giovane e leggera in una navicella spaziale, a fare pipì in un tubo, a rincorrere pezzetti di cibo liofilizzato, fluttuanti anche loro, a dormire all’impiedi dentro un sacco a pelo. Che mi serve il tempo curvo se non posso goderne i benefici qui e ora?
L’altra cosa che ho afferrato è il lapalissiano assunto, che il tempo è grandezza relativa. Anche in quel caso, la mia attitudine è stata quella di considerare: “Sì ma a me, che me ne viene? Che vantaggio può apportare alla mia vita la relatività del tempo?

Certo che mi sono accorta che il tempo è grandezza relativa…
Mi basta ricordare quanto siano stati lenti gli anni dai 12 ai 18 anni, quando agognavo la maggior età come un carcerato aspetta la fine della pena e, di contro, come sono stati velocissimi tutti gli anni successivi: è dai 19 anni che annaspo per tenere il passo ma l’accelerazione è continua e non c’è freno che ne rallenti la corsa… Mannaggia…

Mi basta ricordare quanto lunghe siano state le attese nelle code agli sportelli degli uffici pubblici, alle casse del supermercato, alle biglietterie, nel traffico. Di contro, come siamo passate in fretta le ferie estive, le vacanze in buona compagnia, l’essere “cucciolo” di figli, nipoti, animali… Accidenti a loro…
Mi basta ricordare quante ore sono durati i minuti finali della partita Italia-Brasile dei mondiali dell’82, in attesa del fischio dell’arbitro… Maledetto…

La più lampante prova della relatività del tempo infine, la raccolgo dalla mia immagine nello specchio: quello che vedo è un viso, un corpo, tatuati da un numero discreto di anni e se anche i vari acciacchi, qualche capello bianco e qualche dente traballante danno legittimità all’ ipotesi che il mio corpo ha già utilizzato buona parte del suo tempo lineare su questa terra, sostengo di contro, che l’immagine riflessa non cattura il tempo “curvo” che si dilata, si allunga, si perde, devia e fai inversioni a U nello spazio indefinito della mia mente.

Se quello che vedo è così lontano da quello che sento ma entrambe le parti sono “me”, si spiega solo con relatività del tempo e delle variabili che ne condizionano il valore.
Tempo permettendo, avrei ancora voglia di esplorare questo mondo, dentro e fuori di me, avrei ancora aspettative, avrei ancora esperienze da accumulare e tempi diversi da vivere.

Chiudo con una “perla” di Albert Einstein, raccolta nell’infinito spazio della rete che sa essere dispensatrice di saggezza in pillole per chi, come me, non sa concludere, in modo decente, una conversazione e risolve parlando del tempo: “Il TEMPO è relativo, il suo unico valore è dato da ciò che noi facciamo mentre sta passando”.

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