
Scorrendo la storia dell’alimentazione e della cucina, ci si imbatte in una figura curiosa, soprattutto per noi che viviamo a Sant’Antimo. Non mi riferisco al Santo prete e martire. Il personaggio a cui mi riferisco è un altro Antimo, di origine greca medico alla corte dell’imperatore romano d'Oriente Zenone di Bisanzio.
Nel 481 Antimo commette tradimento mettendosi in contatto con il re ostrogoto Teodorico Strabone. Si rifugia in Italia, a Ravenna, presso Teodorico il Grande, diventandone il consigliere diplomatico e assumendo vari incarichi, fra cui quello di ambasciatore presso i Franchi.
Antimo, tuttavia, viene soprattutto ricordato nella storia gastronomica perché autore, nel 511, del libro: “De observatione ciborum ad Theodoricum regem Francorum epistola”.
Questo trattato ha un’importanza fondamentale per diverse ragioni: la prima è che è l’unico trattato culinario dell’alto medioevo, momento fondamentale per la creazione di quella che diventerà poi la futura cultura alimentare del mediterraneo, generata dall’incontro/scontro fra quella ellenico-romana e quella barbara.
Ad esempio, esso celebra l’uso delle carni, poco diffuse nella cultura mediterranea e invece molto in uso in quella germanica e, d’altro lato, si elogiano alcuni tratti di quella greco-romana, come l’uso del pane di frumento, degli aromi e soprattutto del gusto agrodolce, che poi sarà uno dei tratti distintivi della cultura gastronomica del medioevo.
Tuttavia, l’elemento forse più importante di questo libro sta nel fatto che esso può essere considerato come il primo, vero e proprio trattato dietetico della storia dell’alimentazione.
Antimo con il trattato, sottoforma di consigli, dà le basi di quella che può essere considerata una cucina salutista, consigliando ad esempio, gli alimenti da preferire per un mangiare sano, i tipi di cottura, gli abbinamenti e, addirittura, le quantità. Un vero prontuario dietetico quindi, per chi vuol vivere in salute.
Al di là delle notizie storiche credo che sia importante osservare come sia cambiata la nostra alimentazione. Può sembrare strano ma l’Italia, paese che sbandiera di essere la patria della dieta mediterranea, ha il 33% della popolazione in sovrappeso e il 10 % in stato di obesità, situazione che diventa ancora più patologica quando si pone l’attenzione alla popolazione giovanile, in particolare nelle regioni meridionali, con la Campania in testa.
Oltre allo stile di vita sedentario che ormai ci caratterizza, quella che è cambiata è la nostra alimentazione. Il consumo di frutta interessa solo il 50% della popolazione, mentre solo il 31% consuma in forma continuativa verdura e legumi. Di contro ormai sono diffusissime colazioni a base di biscotti, brioche e merendine industriali, addizionate di edulcoranti vari, bibite iper-zuccherine, patatine, pesce e carni trasformate e prodotti da fast-food, tutti alimenti ultra-processati, ricchi di additivi e grassi ma poveri di fibre e nutrienti.
A questo punto che dire: forse è meglio lasciare i cibi ultra-processati e tornare ai consigli dietetici del medico Antimo e alla cultura alimentare mediterranea, basata su una predominanza di proteine vegetali, olio di oliva, molta frutta e verdura e pochi zuccheri.
- Blog di Vincenzo Cimmino
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