La traduzione concettuale-metaforica del titolo inglese è: qualcosa di sinistro sta avvenendo nella sinistra italiana. Mi riferisco al PD ma, in realtà, la mia sensazione è che sia tutto l’emisfero sinistro del paese ad essere trascinato in un processo di alterazione di cui, al momento, non si riesce a prevedere l’epilogo.
L’alterazione nel PD si sta sviluppando in tre direzioni. La prima, la più evidente, ha a che fare con la natura di sinistra del partito, sempre più dipendente e ossequiente alla destra politica, estremisticamente democristiana, degli Alfano e dei Verdini di turno e sempre più lontana dall’elettorato “rosso” fedele alla linea ma tradito dall’azione del governo.
La seconda alterazione riguarda la missione del partito che da organismo al “servizio” del popolo sta mutando in organismo che “servizia” il popolo, volgare neologismo con il quale intendo sintetizzare la sempre più frequente pratica del PD di mettercelo in quel posto.
La terza alterazione riguarda i quadri dirigenziali e gli onorevoli parlamentari del PD, che, come soggetti di Picasso, appena arrivano sulla tela della politica, cominciano a deformarsi tanto da non essere riconoscibili dagli elettori che l’hanno delegati.
La serie americana “The Walking Dead”, mi offre una sorprendente rappresentazione di questa alterazione, aggregando in un’unica icona/figura, quello dello zombie, i tre aspetti di cui sopra. Risulta probabilmente inutile fare una sinossi della trama della serie, non solo perché è molto conosciuta, ma anche perché quello che serve al caso, non è l’intreccio che si sviluppa nei vari episodi, piuttosto il contenuto altamente simbolico del personaggio “errante” cioè del morto vivente.
Nella mia personale e, ammetto, apocalittica visione, il PD attuale è quell’esercito vagante dal morso infetto, che cerca di placare la propria fame di carne umana viva, dando la caccia ai sopravvissuti al Renzi virus, cioè a quelli che ancora credono che essere di sinistra sia un valore reale e non una medaglia di legno orgogliosamente portata sul petto da vecchi rincoglioniti.
Come non considerare dei morti che camminano, gli onorevoli PD della minoranza DEM che obiettano, osteggiano e sonoramente strombazzano a più riprese, il loro dissenso da Renzi, per poi votare sì alla “qualunque”, che, a loro dire è molto più di sinistra della “qualunque” che sarebbe passata senza il loro dissenso, ma che in realtà di sinistra mantiene unicamente il margine del foglio su cui è scritta (ma solo perché senza non si potrebbe).
Sono degli zombi perché politicamente sono già morti, ma continuano ad agire, non si sa se consapevoli o no del loro stato, almeno fino a che non riceveranno il colpo di grazia (nella serie americana uno sparo in testa) dalle prossime elezioni. Sì perché alla prossima tornata elettorale, non riusciranno ad attingere voti né dalla sinistra “cronica”, disillusa dalla mancanza di reazione alla virata destrorsa del capetto toscano, né dalla sinistra “infiammata” dei pseudo-giovani, folgorati sulla via di Roma dall’azionismo renziano e poco disponibili a tollerare critiche e dissidenze.
E come definire se non degli erranti, quei politici PD dati per scomparsi e che invece ritroviamo all’attacco più famelici di prima? Bassolino ne è un esempio recente, ma anche personaggi come De Luca, Bersani, D’Alema, Finocchiaro, giusto per nominarne qualcuno di cui proprio non riusciamo a liberarci e che, malgrado i colpi subiti, continuano a camminare minacciosi verso quelli che ancora non sono caduti nelle loro decadenti e decomposte grinfie.
Nessun dubbio che anche la destra sia piena di morti che camminano. Berlusconi per esempio, mantiene l’aspetto di un vivente solo perché ha soldi e con quelli è riuscito a comprarsi una sorridente maschera di cera con cui nascondere il suo stato di zombi. Quando indossa la maschera riesce a mimetizzarsi e a infiltrarsi tra i sopravvissuti, così può dare morsi a tradimento e all’occorrenza e nutrirsi di carne fresca… poco importa se è carne di sinistra. Sì perché gli zombi, non sono schizzinosi, non fanno differenze, non danno importanza alla connotazione politica, perché non appena divenuti dei non viventi, entrano nel branco dei Walking Honors, neologismo anglo-politico per definire la categoria parassitaria degli onorevoli politici italiani.
Ovviamente, non tutti quelli che siedono in Parlamento fanno parte di questa vagante e barcollante categoria ma i sopravvissuti, più che cercarli tra i politici, io li cercherei tra gli elettori, sempre meno ingenui e sempre più pronti a rispondere agli attacchi degli erranti.
E’ proprio un elettore PD il protagonista della mia versione della serie.
The Walking Dem racconta di Libero Compagno, un elettore storico e attivo del PD. Dopo uno scontro verbale con un giovane rampante renziano per un ennesimo provvedimento deciso senza ascoltare le perplessità della base, il nostro eroe viene colpito da una forma di catatonia difensiva che lo fa rimanere in coma per diverso tempo. Al risveglio trova tutto compiuto, con i Walking Dem oramai padroni del paese. Il nostro Libero si allontana dalla vita pubblica e si ritrova con un gruppo di sopravvissuti a decidere il da farsi per sconfiggere i Dem. Testeranno insieme, nel corso degli episodi, le strategie e le armi per annientarli definitivamente e, dopo vari attacchi venuti dagli erranti, dopo aver subito perdite e tradimenti, dopo incomprensioni e riappacificazioni, arriveranno alla fine della serie, alla soluzione più efficace per eliminarli: resistere, resistere, resistere e alla prima occasione buona, infliggergli il colpo fatale: il voto contro.
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Commenti
Il tuo scritto identifica con
Il tuo scritto identifica con lucida verità quello che è diventato il PD e la sua classe dirigente. È ormai un dato di fatto il malumore della base e degli elettori stessi del partito. Da qui almeno vedo nella mia sezione di paese un allontanamento degli iscritti perché nn si sentono più rappresenta da quella che era una volta la loro classe dirigente.